Grimoaldo Macchia / Organ Fireworks / Ivan Ronda / 1 c.d. Da Vinci Classics

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Grimoaldo MACCHIA - Organ Fireworks

Ivan Ronda, organo

Da Vinci Classics - 7.46160915944 

 

Recensione di Alberto Pedretti

 

 

Tre anni fa ebbi la fortuna di recensire un CD dell’amico Giorgio Parolini, che mi introdusse alle composizioni di Grimoaldo Macchia, autore allora a me sconosciuto, eseguite sul magnifico strumento di S. Anastasia in Villasanta (MB).

 

Un immenso piacere quindi, raccogliere l’invito a recensire questa nuova registrazione discografica dedicata a Grimoaldo Macchia edita da Da Vinci Classics, etichetta che si dimostra sempre più sorprendente nella sua apertura verso il repertorio organistico, promuovendo moltissimi esecutori, alcuni dei quali giovanissimi, come Francesco Botti ed altri di già affermata fama come Ivan Ronda.

 

Soprattutto, in un mondo organistico nel quale l'improvvisazione in concerto è divenuta ormai un lasciapassare, rasentando una conditio sine qua non, e costringendo interpreti (che improvvisatori non sono!) a figure barbine cimentandosi in un arte che loro non appartiene, finendo per spingerli a creare ghirlande di note – che amo definire piropiro – tra le quali ogni tanto spunta un tema che nulla c'entra col contesto finora costruito... dicevo, ero curioso di vedere come Macchia approcciasse temi così lontani dal repertorio liturgico e persino da quello concertistico puro, caratterizzato da forme impostate, dettate dalla tradizione. 

 

Il risultato è sorprendente. Macchia dimostra una sapiente ossatura compositiva persino di fronte a temi della tradizione popolare; non c’è brano nel quale nota appare fuori posto, tutto risulta pensato, ragionato e reso su carta in forma perfettamente organistica. Quanto è facile infatti deviare dalla scrittura per il nostro strumento verso quella pianistica quando ci si trova di fronte alla totale assenza di partitura.

 

Ancora una volta l’autore fornisce prova del perché il suo nome abbia finito per diventare negli ultimi anni una costante in molti programmi concertistici ed in progetti discografici sia in Italia che all’estero. È infatti ormai consolidato il legame che lo unisce ad alcuni concertisti dedicatari delle sue pagine, che ne promuovono costantemente le opere (Ivan Ronda, Giorgio Parolini, Marco Lo Muscio, Domenico Severin, Kevin Bowyer, Carson Cooman, Vincent Warnier...) e che hanno finito per diventare per lui un vero e proprio veicolo promotore. 

 

Nato a Roma nel 1972, Grimoaldo Macchia può essere considerato, nell’ambito della sua generazione, un musicista eclettico ed estremamente colto, dalla spiccata propensione allo studio. Membro della Commissione Liturgica Diocesana per la Musica Sacra, si è laureato
con il massimo dei voti e la lode in Didattica della Musica. Nel biennio 2016-2017 ha intrapreso inoltre il DAS (Diploma of Advanced Studies) in Kirchen Musik presso la Zürcher Musik Hochshule der Künste di Zurigo. Compositore, pianista, organista, concertista, arrangiatore e direttore d’orchestra ed ensambles, il catalogo delle sue composizioni è davvero impressionante. In una carriera durata finora 35 anni, Macchia ha realizzato oltre 150 opere. Il suo catalogo contiene musica praticamente di ogni genere, comprese quindici opere orchestrali, un concerto per oboe, 4 concerti da camera, una cantata e un balletto. Inoltre la sua produzione annovera raccolte di musica solistica e da camera comprendente sei quartetti d'archi, un quartetto con pianoforte, un vasto repertorio di musica per diversi piccoli ensemble e una serie impressionante di brani per strumenti solisti.

Molte delle partiture sono state pubblicate dalle Edizioni Carrara (Bergamo), Edizioni GDE (Roma), Edizioni Ciak 2000 (Roma), Edizioni Sonitus (Varese), Edizioni Armelin Musica (Padova), Edizioni Setticlavio (Salerno), Edizioni Casa Sacchetti (Santhià), Edizioni EurArte (Varenna), Edition Tilli (Finlandia), Cantique Edition (Olanda), Martin Muziek (Olanda), Edition Kevin Mayhew (Gran Bretagna), Edition Are-Musikverlag (Germania), ed ancora dalla Lorenz Publishing Co., Dohr Verlag (Germania), Ediapason, Waldkauz Verlag, Müller & Schade, Kunert Verlag (Germania), Edition Goldgruber (Austria), CanticaNOVA Publications (USA), Bayard-Nizet (Belgio), H.T. FitzSimons Company e Bardon Music (Germania).

Macchia ha di recente inciso per le Edizioni GDE di Roma e SONITUS di Varese un CD dal titolo “Liturgic Organ” che racchiude proprie composizioni organistiche. Nel 2013, l’organista finlandese Marko Hakanpää ha registrato due CD dedicati a composizioni di aAcchia: il primo, intitolato “Organ Works: Twelve New Classics for Every Occasion”, edito in Inghilterra da “Kevin Mayhew", ed il secondo, “The Joy of Christmas”, edito in Olanda da "Martin Muziek".

Dopo aver collaborato per diversi anni come organista presso la Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio in Roma e in altre Basiliche romane, Macchia ha ricoperto il ruolo di organista titolare presso la Pfarrkirche St. George und Zeno in Arth (Katholische Kirchgemeinde di Arth-Oberarth), Svizzera. 

 

Veniamo al CD.

Questa volta alla consolle troviamo Ivan Ronda, solido e talentuoso concertista forgiato nella fucina di Luigi Toja... (che dire... il ricordo del mio maestro e degli ultimi anni della sua vita nei quali gli sono stato accanto ogni giorno della permanenza a Rovetta non mi abbandona mai, tenendogli la mano poggiata sulla sedia a rotelle mentre risuonavano le esecuzioni dei “Pueri Cantores” da lui diretti, che Emi mandava in loop dalla radio con mangianastri...), che si sposa magnificamente al repertorio. In effetti il sodalizio di Ronda con Grimoaldo Macchia dura da molti anni e numerose sono le composizioni a lui dedicate, composizioni che sono state portate all’attenzione del pubblico in ogni concerto in Italia ed all’estero, persino in festival d’eccellenza, come quello tenutosi nella Markuskirche di Monaco di Baviera, ai due organi di Karl Richter, dove Ronda riscosse un trionfale successo con il tutto esaurito, nonché in numerose incisioni discografiche. Ronda aveva infatti già registrato nel luglio 2017 un CD per «Fugatto» interamente dedicato a Grimoaldo Macchia, sempre sul Mascioni di Pontevico, contenente composizioni prettamente concertistiche:

 

Suite Antique (2018)
Scherzo Sinfonico on “Alouette, gentille alouette (2019)
Dance Suite on “Yankee Doodle“ 
Toccata Jig über Gregorian Sequentia “Dies Irae”
Latin Jazz Toccata (2017)
Perpetuum Diabolicum über die namen Bach und Reger  

Bilder auf dem Kreuzweg (Via Crucis)

 

Mentre: 

Stille Nacht Suite (2019)

Rapsodia Tzigana on “La Campanella” (Paganini/Liszt) (2019)

sono contenuti in un’altra produzione Da Vinci Publishing, dal titolo “Tabula Summa: Contemporary Organ Music”.

 

Diplomatosi presso il Conservatorio Giuseppe Nicolini di Piacenza, in pianoforte, organo, clavicembalo, direzione d’orchestra e direzione corale, Ivan Ronda si è specializzato nel repertorio Bachiano e nelle grandi opere di Liszt, Reubke e Max Reger. È considerato un autentico discepolo della scuola organistica di Fernando Germani e Karl Richter. Ha partecipato a Masterclass di pianoforte e organo, tra le quali una tenuta da Jean Guillou che gli permise, non ancora diplomato, di partecipare nel 2000 alla rassegna organistica “L’Organo della Basilica” in onore a Papa Giovanni XXIII, presso la Basilica di S. Maria Maggiore in Bergamo dove, nell’arco di varie edizioni si sono esibiti tutti i più grandi organisti mondiali, presentandosi come il più giovane artista in assoluto di tutte le edizioni. Di assoluto rilievo la tournee in Inghilterra su prestigiosi organi sinfonici (King’s College e St.John College a Cambridge), Londra (St. Paul Cathedral, Westminster Abbey e Westminster Cathedral), Basilica di St. Chad (Birmingham) e Coventry Cathedral. Da ricordare anche la tournee del 2005 in Sudamerica sugli organi delle cattedrali e delle basiliche di Buenos Aires (tra le quali la Cattedrale Metropolitana, davanti ad un uditorio di più di 1.000 persone) e di Montevideo. Dal 2014 tiene regolarmente recital presso la grande Basilica S.Fedele a Como, dedicati alle più importanti opere della letteratura sinfonica. Le sue interpretazioni ed incisioni di Max Reger e Julius Reubke gli valsero addirittura un importante plauso dal grandissimo organista Daniel Chorzempa, recentemente scomparso nel silenzio assoluto. 

 

Torniamo al nostro CD.

È lo stesso Grimoaldo Macchia ad introdurci al programma con queste parole:

 

Possiamo esordire affermando che questo CD è il frutto della grande empatia, simpatia, sinergia, amicizia e stima fra tre persone davvero amiche tra loro. A dire il vero, questo nuovo progetto discografico non era in programma per quest’anno 2023, anche se bolliva in pentola da tempo l’idea di un progetto da realizzare insieme (in effetti, se scorriamo il retro della copertina del CD, ci accorgiamo che le opere sono state registrate nel mese di Agosto 2016, nel Settembre 2018, nel Gennaio 2022 e nel Marzo 2023). L’ideatore del progetto, nonché artefice anche delle strepitose interpretazioni, è il mio caro amico Ivan Ronda. Il titolo del CD è “Organ Fireworks”, poiché dalla lista dei titoli si può notare come la maggior parte delle composizioni qui eseguite abbiano un carattere festoso, solenne, giocoso, ma al tempo stesso anche meditativo. Un’altra caratteristica che emerge subito è che nel disco prevale la forma musicale delle “Variazioni”, intese non solo nello stile più tradizionale del termine, ma anche in una concezione più ampia e più moderna. È un disco questo, che “strizza l’occhiolino” a due contraddistinti ambienti musicali, che nel corso della Storia hanno avuto sì la loro “indipendenza ed evoluzione”, ma al contempo si sono spesso intrecciati tra loro. Le Variazioni qui proposte sono state pensate e realizzate su una serie di temi molto conosciuti, sia nel sacro che nel profano: dalla melodia sacra del “Te Deum” (canto gregoriano), per arrivare al tema profano della sigla pubblicitaria del “Carosello”, passando anche per la musica napoletana e temi da film come “Don Camillo”. E’ possibile ascoltare anche altri temi conosciuti, come quello del Carnevale di Venezia, delle Variazioni di Paganini, nonché una versione “Mambo – Swing” della “Toccata & Fugue BWV 565 “ di J.S. Bach. Ogni movimento di Variazione ha un suo carattere, un suo sviluppo e una sua peculiarità ma, al tempo stesso, assume un carattere sempre nuovo, fresco e frizzante che porta ad un gran finale, che mette in risalto le grandi doti tecnico-musicali dell’interprete.

 

Il programma è così articolato:

 

Variazioni Capricciose

Naple Suite

Bach in Mambo – Swing on “Toccata et Fugue” BWV 565 (2019)

Far West Toccata

Meditation on "Forgive Our Sins as We Forgive"

Variations on “Don Camillo” (2017)

Te Deum (2010)

Variations on Carnival of Venice

Variazioni Caroselliane

 

Il CD si apre quindi con il possente tema in pedale accompagnato da accordi dissonanti delle “Variazioni Capricciose”. Dopo l'esposizione al manuale, il tema di Paganini torna al pedale; inizia quindi un fugato. La successiva variazione è caratterizzata da un pedale pizzicato col tema che emerge al manuale, come un vero e proprio solo. Parte poi una variazione virtuosistica con manuali e pedale che si scambiano il tema. È la volta di un pedale doppio a cui segue una variazione caratterizzata da note ribattute che prelude ad un nuovo fugato dissonante concluso da glissati che portano ad un accordo maggiore.
 

Misterioso l'avvio della “Naple Suite" che conduce al tema di "O sole mio" al pedale contrastato da accordi dissonanti. La seconda strofa è esposta al manuale con una mutazione, per poi tornare ad una armonizzazione sui manuali. Il brano si sussegue alternandosi  tra tonalità maggiori e minori fino all'esplodere della Tarantella che sfocia nel tradizionale "Jamme jamme, ja" tra ghirlande dei manuali ed un finale caratterizzato da cadenza.
 

“Bach in Mambo – Swing” è una irresistibile rivisitazione della “Toccata e Fuga in te minore” di Johann Sebastian Bach”, a dir poco geniale. Le sezioni sono quelle della partitura originale riviste nei ritmi e con il mordente lasciato al pedale. Mi sento di dire che in questa veste il brano è in alcuni punti più bello dell'originale e Ronda è fantastico nell'interpretazione, riuscendo a non scadere mai nel banale. La fuga è ritmata a tempo di jazz con il pedale a fare da contrabasso. 

È in brani come questo che emerge tutto il genio di Macchia al quale chiedo pubblicamente se riuscisse a procurarmi il suo CD così come quelli pubblicati in Finlandia (strizzo l'occhio...!). Non ci si stanca mai, infatti, di ascoltare la sua musica.
 

La "Far West Toccata” alterna il tema da saloon che fa il verso a "Le giovani canaglie" (per chi se le ricorda) alternato brevemente ad un secondo tema che richiama "The Sailor's Hornpipe".
 

Meravigliose le armonizzazioni utilizzate in Meditation on "Forgive Our Sins as We Forgive", così diverso dai brani che lo precedono, prettamente liturgico.
 

La composizione più lunga del CD è rappresentata dalla curiose Variations on “Don Camillo” dove spesso i temi emergono con carattere pastorale sui registri di mutazione dell'organo di Pontevico. Possenti assolo del pedale riportano il brano al tema principale. C’è spazio anche per una toccata con tema  in pedale che si interrompe per poi riprendere con più decisione. La tecnica di Ivan Ronda è fantastica. Al termine della toccata parte la fuga che conclude il brano.

 

Il “Te Deum” risale a qualche anno addietro e richiama, nelle sezioni iniziali le celebri composizioni francesi di Tournemire, Demessieux e Langlais. Particolare la prima delle sezioni in “staccato”, cosi come la seconda con tema su di un’ancia, davvero splendida. La composizione è semplicemente stupenda. Una terza sezione, sempre in “staccato”, con il solo su di una mutaiozne, prelude alla conclusione.

 

“Variations on Carnival of Venice” torna alle variazioni sui temi popolari italiani. Gli episodi si susseguono in maggiore e minore, con svariati ritmi, proprio come macchie di colore che richiamano i ricchi costumi del carnevale veneziano. C’è spazio perfino per una variazione che fa il verso all’Ave Maria di Schubert. Immancabile il fugato finale in minore dove si percepisce un richiamo all’ Homage to Handel , Op.75b di Karg-Elert. La fuga sfocia nella toccata con tema al pedale che chiude con accordo in maggiore.

 

Il CD si chiude con le “Variazioni Caroselliane” il cui classico tema è ben noto a Macchia così come al sottoscritto, dal momento che siamo entrambi classe ’72. Bellissima anche in questo caso l’alternanza di variazioni in maggiore ed in minore, dai ritmi più disparati, spesso in forma di scherzo, o di triste “solo”: i colori dello strumento vengono sfruttati al massimo dall’interprete. La fuga iniza in minore sul pedale e diventa presto un serie di episodi spezzati, dove è il pedale a farla da padrone. Dopo un accordo maggiore inizia la toccata finale con il tema che si ripete tra ghirlande di note.

 

Due parole sull’eclettico organo dell’Abbazia di S.Tommaso e S. Andrea in Pontevico, che ben figura nel repertorio qui eseguito, grazie anche alla sapiente presa del suono di Federico Savio. Il cuore dello strumento risale al 1608 ed ha la firma della famiglia Antegnati di Brescia. In seguito ci fu un primo intervento dei Serassi di Bergamo, che nel 1839 costruirono uno strumento ad una singola tastiera, con 1.752 canne e 48 registri. Nel 1886, con l’espansione della Chiesa progettata da Mons. Cremonesini i Serassi aggiunsero un secondo manuale “Eco”, così come Grancassa e Banda Turca, oggi purtroppo scomparse. Nella prima decade del 1900 l’organo subì una radicale trasformazione secondo i principi Ceciliani. Distrutto da un incendio nel 1959, fu solo grazie ad un generoso lascito che fu possibile, dopo 50 anni, sostituirlo con uno strumento nuovo, affidato a Vincenzo Mascioni. L’organo dispone oggi di 2.411 canne e 43 registri su tre tastiere di 61 note e Pedaliera di 32 note. In Cornu Epistolae, il lato destro dell'altare, troviamo Grand’Organo e Recitativo, con trasmissione meccanica; in Cornu Evangelii, si trova il Positivo con trasmissione elettrica. Il Pedale è suddiviso sui due lati del coro ed ha trasmissione elettrica. Versatile nel dispositivo, così come innovativo nell’utilizzo di due trasmissioni distinte, lo strumento si sposa perfettamente col repertorio del diciannovesimo e ventesimo secolo. L’organo di Pontevico figura in diverse altre produzioni Fugatto, sempre registrato da Federico Savio, con alla consolle Ivan Ronda, Paolo Bottini, Roberto Marini e Fausto Caporali.

 

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