Il corso, tenuto da Maurizio CROCI, è dedicato a tutti gli organisti o tastieristi che vogliono conoscere o approfondire la pratica del repertorio organistico italiano tra Cinque e Seicento su strumenti storici.
Possono essere presentati anche altri repertori eseguibili sugli italiani storici a disposizione, da concordarsi preventivamente con il docente.
Repertorio:
Libera scelta tra opere italiane del Cinque-Seicento da comunicare prima del corso.
Il corso avrà luogo all'interno di alcuni degli Oratori più belli della città di Urbino e della Regione Marche, sugli strumenti originali, recentemente restaurati ed ancora perfettamente funzionanti.
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STRUMENTI
Organo di autore anonimo (inizio XVII sec.) dell’Oratorio di S. Sebastiano e S. Andrea Avellino a Urbino:
L’organo positivo è il più antico non solo di Urbino, ma di tutto il territorio limitrofo; tra i più antichi della regione Marche. Di autore ignoto, le ricerche hanno dimostrato che fu realizzato a inizio Seicento come strumento personale dell’organista della Cattedrale. Passato di mano in mano, nel 1690 viene acquistato dalla Cappella Musicale della Cattedrale per noleggiarlo alle chiese sprovviste fino al 1836, quando viene venduto alla chiesa attuale. Per il suo costante uso, nel corso dei secoli venne sottoposto a innumerevoli migliorie e restauri da organari quali F. Polinori, A. Feligiotti, F. Bracchini, G. Cioccolani, L. Giudici, ma senza mai snaturarne la qualità e la conformazione originari. È stato completamente restaurato nel 2018 dal pesarese Luciano Peroni. La facciata attuale della cassa fu aggiunta a fine Ottocento, in stile neoclassico. Le canne di facciata sono ad ala discendente. È collocato in cantoria, sopra la porta d’ingresso.
La tastiera in bosso ed ebano conta 45 tasti (Do1-Do5), con prima ottava corta.
La pedaliera a leggio è in legno, con 9 pedali (DO1-Do2) e prima ottava corta. È costantemente unita alla tastiera.
I mantici sono due, a cuneo, posti nella parte bassa della cassa.
Le canne sono 315, di cui 296 in metallo e 19 in legno di cipresso.
I registri, azionati da pomelli in metallo (eccetto l’ultimo in legno), sono 8:
Principale
VIII
XV
XIX
XXII
XXVI
XXIX
Bassi
Accessori: Tiratutti a pomello; maniglie ai lati originali, in quanto nato per essere facilmente trasportato.
Organo S. Vici (1782) dell’Oratorio di San Giuseppe a Urbino:
L’organo è l’undicesimo strumento costruito da Sebastiano Vici, organaro di Montecarotto (AN) vissuto tra il 1755 e il 1830. Firmato e datato sopra la tastiera, fu costruito nel 1782 su commissione della confraternita in sostituzione di un precedente organo a due manuali risalente a fine Seicento. Di tale antico strumento, l’organo Vici conserva la grande cassa barocca con dettagli dorati e lo stemma della famiglia Albani che aveva elargito soldi per la sua realizzazione. Collocato sulla cantoria nella controfacciata, il fronte si presenta a tre cuspidi. È stato restaurato nel 1980 dal padovano Alfredo Piccinelli e ad oggi è il migliore ad Urbino per il perfetto connubio tra qualità costruttiva, antichità e conservazione.
La tastiera è di bosso ed ebano e conta 45 tasti (Do1-Do5), con prima ottava corta.
La pedaliera a leggio è in legno, con 9 pedali (DO1-Do2) e prima ottava corta. È costantemente unita al manuale e priva di registro proprio.
I mantici sono due, a cuneo ed originali del 1782, posti in un vano adiacente alla cantoria.
Le canne sono 406, di cui 394 in metallo e 12 in legno.
I registri, azionati da pomelli in legno, sono 10:
Principale [8’]
Decimaquinta [2’]
Ottava [4’]
Decimanona [1,1/3’]
Vigesima seconda [1’]
Vigesima sesta [0,2/3’]
Vigesima nona [0,1/2’]
Voce umana [s. 8’]
Flauto in quinta [2,2/3’ dal Mi1]
Cornetta [s. 1,3/5’]
Accessori: Tiratutti a manovella.
[oratorio di S. Giuseppe, Urbino]